Psicologia Penitenziaria: un progetto concreto per dare voce agli psicologi del sistema carcerario

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Negli ultimi anni, il contesto degli istituti penitenziari lombardi ha vissuto trasformazioni significative, spesso in direzione di un crescente disagio. Sovraffollamento, presenza di persone con gravi patologie o traumi multipli, scarsità di personale sanitario, educativo e di polizia penitenziaria: sono tutti elementi che stanno mettendo a dura prova il lavoro quotidiano degli psicologi attivi nel circuito penale.

Di fronte a un quadro così complesso, in cui aumenta il senso di isolamento e insicurezza tra i professionisti, si è resa evidente la necessità di un’azione strutturata, capace di ascoltare, comprendere e dare risposte. Da qui nasce il progetto dedicato alla Psicologia Penitenziaria, promosso dall’Ordine con l’obiettivo di tutelare la professione e migliorare le condizioni di lavoro all’interno delle carceri.

L’iniziativa ha preso forma con la costituzione di un Gruppo di Lavoro specifico, attivo da quest’anno, che riunisce professionisti esperti e motivati a portare avanti un’azione di sistema. I principali obiettivi del progetto sono molteplici: mappare le criticità esistenti in termini di sicurezza e tutela del ruolo, stimolare percorsi di ascolto della comunità professionale, attivare iniziative formative e sensibilizzare le istituzioni su quanto oggi accade all’interno delle mura carcerarie.

A rendere ancora più urgente questo intervento è stato anche un episodio concreto e drammatico: l’aggressione subita da una collega psicologa all’interno della Casa Circondariale di San Vittore. Un fatto che ha reso ancor più evidente il rischio a cui sono esposti gli operatori e l’urgenza di garantire contesti protetti e adeguatamente supportati.

Il Direttivo ha così avviato un dialogo diretto con il PRAP (Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria), per affrontare congiuntamente le criticità e trovare soluzioni condivise. Un segnale forte di apertura istituzionale, che va nella direzione di una collaborazione stabile e costruttiva.

A dare impulso a tutto questo è stata Simona Silvestro, Segretario dell’Ordine e nostra Candidata alle scorse elezioni, che ha promosso in prima persona la nascita del progetto. È proprio dalla sua sensibilità e dalla sua attenzione ai temi della tutela professionale che è partito il percorso che ha portato alla costituzione del gruppo di lavoro e all’attivazione di un dialogo istituzionale su scala regionale. Il suo ruolo è stato decisivo nel trasformare il malessere diffuso tra i colleghi in una proposta concreta, condivisa e orientata al cambiamento.

Il lavoro del gruppo, coordinato da un team di professionisti con diverse competenze, è già in corso e prevede incontri regolari, produzione di linee guida, momenti formativi e iniziative divulgative. Tutto con l’obiettivo di valorizzare il ruolo dello psicologo all’interno delle carceri, migliorarne le condizioni operative e costruire una rete professionale solida e riconosciuta.

I componenti del Gruppo Di Lavoro, Coordinato da Simona Silvestro, sono:

Davide Baventore, Maria Antonella Monti, Mara Gonevi, Paola Miniero, Antonello Faeti, Rosanna Finelli, Maria Elena Magrin, Lucia Manigrasso, Generale di brigata Aduo Vincenzi – referente PRAP, Emanuela Saita.

Questo progetto rappresenta un primo, importante passo verso una maggiore tutela della professione e una reale attenzione alle sfide del lavoro in ambito penitenziario. Il nostro impegno prosegue e sarà sempre più forte se condiviso con la comunità degli psicologi: chi lavora in questi contesti sa bene quanto sia importante sentirsi parte di un sistema che protegge, ascolta e agisce.

Il lavoro è appena iniziato, ma le basi poste sono solide e fondate su un ascolto autentico della comunità professionale. Continueremo a documentare i progressi e a promuovere la partecipazione di tutti i colleghi interessati.