Viviamo tempi attraversati da crisi complesse e prolungate. Guerre, catastrofi ambientali, emergenze sanitarie, migrazioni forzate: fenomeni che mettono a dura prova la tenuta psicologica delle persone e delle comunità. Anche quando non colpiscono direttamente, generano un’onda lunga di paure, disorientamento, senso di insicurezza. La nostra professione è chiamata a fare la sua parte, con competenza e responsabilità.
Per rispondere a questa sfida, grazie al lavoro dei nostri rappresentanti in Consiglio e alla visione condivisa dalla nostra Presidente Valentina Di Mattei, in OPL sono stati attivati due gruppi di lavoro distinti ma sinergici: il GdL Psicologia dell’Emergenza e il nuovo GdL Guerre e Crisi Umanitarie, che affronta per la prima volta in modo strutturato il tema dei traumi psicologici legati a conflitti armati e migrazioni forzate.
Una doppia attivazione, una sola direzione: rafforzare la psicologia dell’emergenza
Il primo gruppo, coordinato dalla dott.ssa Rita Erica Fioravanzo e affiancato da esperti come Fabio Sbattella, Roberta Venieri e Roberta Brivio, si concentra sulla definizione di pratiche, competenze e percorsi formativi nella psicologia dell’emergenza, con un’attenzione particolare al territorio lombardo e alle sue vulnerabilità (come l’eventuale accoglienza degli sfollati dai Campi Flegrei o i prossimi Giochi Olimpici Milano-Cortina 2026).
Il secondo gruppo, interamente nuovo, è coordinato dal dott. Ivan Giacomel e nasce per affrontare i traumi complessi legati a guerre, persecuzioni e dislocamenti, in stretta connessione con il lavoro umanitario sul campo. Comprende figure di spicco della psicotraumatologia come Caterina Paturzo (EMDR), Mara Paola Germani (CISOM), Donatella Galiano (Psicologi per i Popoli) e Denis Trivellato (SPE).
Un lavoro articolato, con obiettivi chiari
- Mappare le realtà operative in Lombardia e costruire reti efficaci tra psicologi, protezione civile, enti sanitari e mondo del volontariato
- Definire ambiti di intervento, standard qualitativi e profili professionali
- Promuovere la formazione specialistica e prevenire il rischio di interventi improvvisati o non adeguati
- Realizzare un Libro Bianco delle buone pratiche per offrire strumenti concreti ai colleghi e indicazioni operative alle istituzioni
Una risposta che accoglie le sfide del presente
Come ha riportato anche Repubblica in un recente articolo, le guerre e le crisi globali “riattivano ferite mai del tutto rimarginate” e impongono alla psicologia di assumere un ruolo proattivo. La costituzione di questi due gruppi di lavoro non è solo una risposta tecnica: è un atto di responsabilità verso la cittadinanza, è la volontà di costruire – come comunità professionale – strumenti solidi per affrontare le emergenze di oggi e di domani.
Il nostro impegno come Professione Psicolog*
Siamo fier* di aver promosso e sostenuto l’attivazione di questi due gruppi. È per noi il modo di provare a esercitare sempre meglio il mandato ricevuto dalle colleghe e dai colleghi: trasformare il consenso elettorale in azione istituzionale, dare voce e forma ai bisogni della comunità professionale, portare la psicologia là dove serve, quando serve.
Continueremo su questa strada. Con competenza, con visione e senso si responsabilità verso il nostro mandato nei confronti della Comunità professionale.