Il momento che stiamo vivendo è drammatico e merita rispetto, non strumentalizzazioni.
È sconcertante vedere come le cause più sacre, la morte di decine di migliaia di persone e il dolore di tutta la popolazione palestinese possano essere usate a fini strumentali.
In Lombardia, il coordinatore di Altra Psicologia ha chiesto, a sorpresa, di sospendere il Consiglio Deontologico in corso la sera del 2 ottobre per aderire allo sciopero in segno di solidarietà con Gaza alle ore 21. Tuttavia, a quell’ora non era indetto alcuno sciopero. Durante la seduta del Consiglio ha poi abbandonato i lavori dichiarando di voler tornare a casa, facendo così venir meno il numero legale, con conseguente danno economico per l’ente e nuove attese per i colleghi coinvolti in procedimenti deontologici rimasti senza risposta.
Sarebbe bastato poco: una mail ai consiglieri per proporre la sospensione della seduta e quindi chiedere nei tempi previsti dal Regolamento del Consiglio l’inserimento di un punto all’ordine del giorno. Strumenti semplici e legittimi, che chi ricopre questo ruolo ha il dovere di conoscere e rispettare.
È sorprendente invece che un dramma umanitario venga sfruttato per bloccare i lavori deontologici.
Ma lo stupore non finisce qua. Lo scorso 5 ottobre a Roma, mentre si teneva la manifestazione nazionale pro Palestina e per la Pace, nel CIG ENPAP che lo stesso coordinatore di AP presiede, e dove Altra Psicologia ha la maggioranza, i lavori si sono svolti regolarmente per tutta la giornata: nessuna sospensione, nessuno schieramento, nessuna bandiera esposta, nessuna rinuncia ai gettoni.
Due pesi, due misure. Ma alcune domande rimangono senza risposta:
- Perché a Milano si blocca un Consiglio deontologico, mentre a Roma durante la manifestazione nazionale la maggioranza di altra psicologia non paventa nemmeno l’idea di rinviare i lavori?
- Perché la bandiera è richiesta in Lombardia e non all’ ENPAP?
- Perché nessuna coerenza su atti concreti come la rinuncia ai gettoni?
E tutto questo avviene in un Ordine Lombardo che, da quando si è insediato, esprime vicinanza alla popolazione palestinese coinvolta e a chi porti avanti operazioni di solidarietà. A partire dal 7 ottobre 2023, di fronte agli atti terroristici e al massacro di Gaza, OPL promuove momenti di sensibilizzazione e riflessione, valorizzando il ruolo delle competenze psicologiche come risorsa per costruire pace.
La nostra posizione è semplice: mentre qualcuno lancia bombe e “granate” noi ripudiamo ogni forma di violenza, sosteniamo chi pacificamente si contrappone. Giovedì, giorno precedente allo sciopero generale, abbiamo lavorato come tutti gli psicologi, nel rispetto del nostro impegno verso i colleghi e l’istituzione che rappresentiamo.
Strumentalizzare la tragedia di Gaza rappresenta una profonda violazione della dignità umana ed è quanto di più distante possa esserci dai valori fondanti della nostra professione psicologica, basata sull’ascolto, sulla cura e sul rispetto della sofferenza.
Il Direttivo di Professione Psicolog*

